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Teatro e Incisioni Rupestri

Recensione alla performance realizzata il 24 maggio 2004 a Nadro (BS)

Articolo di Paola Zangara

Si può realizzare uno spettacolo teatrale a pochi passi dalle rocce istoriate? La risposta è positiva, e positivo è l’esito della manifestazione che ha avuto luogo il 24 maggio 2004 nel sito di ottolaiolo, all’interno della Riserva Regionale di Ceto, Cimbergo e Paspardo, in Valcamonica (BS). Da un sondaggio effettuato la scorsa estate, nell’ambito della tesi da me presentata come lavoro finale del Corso IFTS 2001-2003 per la Tutela e la Valorizzazione dei Siti Preistorici Lombardi e Nazionali, risultava che i fruitori dei siti stessi avrebbero apprezzato la realizzazione di iniziative culturali in abbinamento alle visite guidate: concerti, rappresentazioni teatrali, rievocazioni storiche, eventi di danza e letture di poesia. Per tradurre nel concreto tali richieste, ho ritenuto interessante iniziare col creare un raccordo mirato tra una realtà culturale operante nel settore del Teatro, già da un paio di decenni presente nel territorio della Valcamonica, e i Siti di Arte Rupestre. Il progetto ha ottenuto dalla Direzione della Riserva l’autorizzazione necessaria, e dalla Città di Corsico (MI), attraverso l’Assessorato dei Servizi alla Persona, un contributo destinato alla Compagnia Silenceteatro di Lovere (BG) la quale, dopo attenta ricerca relativa alle testimonianze di vita sociale, economica e spirituale, desunte dall’analisi delle incisioni stesse, ha messo in piedi una rappresentazione strutturata in quadri scenici di grande impatto visivo e profonda suggestione.

La stretta relazione tra gli umani e l’ambiente, il bosco e le rocce allisciate dall’erosione glaciale che vi affiorano, l’attività di caccia prima con strumenti arcaici, con arco e frecce poi, la fondazione dei villaggi, l’allevamento, l’agricoltura, la tessitura, l’industria dei metalli, l’organizzazione sociale e la suddivisione del territorio, i culti religiosi, i riti propiziatori, funerari, di iniziazione, le danze e, sopra tutto, il dialogo incessante con le forze della Natura: questo emerge con energia viva dalla rappresentazione teatrale, calata negli stessi magici luoghi ove i Camuni, da 2000 fino a 10.000 anni fa, realizzavano, come compimento di attività rituali, le opere d’arte che ancora oggi possiamo ammirare e tentare di leggere e interpretare come Storia comune delle popolazioni d’Europa. Solo in prossimità delle rocce, sulle rocce stesse, è possibile evocare l’importanza che la pietra ha avuto per le popolazioni dell’epoca: materia da cui trarre il vigore e la fertilità, e a cui rendere la forza vitale al termine dell’esistenza. Il fuoco, gli atti sacrificali, le lotte rituali tra gladiatori, le danze per noi oggi rappresentate dal simbolo della cosiddetta Rosa Camuna, sono stati sottolineati da strumenti agiti dagli attori stessi, martelline di pietra su pietra, colpi di strumenti di ferro su incudini… in una rassegna che riproduce, ripropone e reinterpreta con apprezzata sensibilità estetica, l’emporio petroglifico catalogato. Il pubblico intervenuto è stato rappresentato in larga misura dagli iscritti all’Università del Tempo Libero di Corsico, che hanno aderito alla manifestazione con curiosità ed entusiasmo e hanno manifestato interesse sia per l’aspetto estetico, simbolico e concettuale, che per le problematiche legate alla tutela e alla conservazione delle rocce incise (e del loro contesto naturale), iscritte nella lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1979.

Si può ritenere che, attraverso questa iniziativa, resa possibile dalla collaborazione di più parti, con spirito sinergico, sia stata creata un’opportunità (fra le tante possibili) per rendere la Valle più accessibile ad una fascia sempre più ampia di cittadini della Regione Lombardia stessa, che fino ad ora non avevano avuto l’occasione di conoscerne da vicino le peculiarità. Nulla impedirà, spero, di mantenere vivo il connubio tra Teatro e luoghi dell’Arte Rupestre, e di individuare altre forme di valorizzazione delle risorse esistenti, al fine di migliorare il rapporto, non sempre facile, tra domanda e offerta culturale in Valcamonica, per coinvolgere un pubblico sempre più responsabile, attento ed esigente.

Paola Zangara (21/06/2004)

 

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